Gl studi sulla vitamina D sono sempre più numerosi, e per buone ragioni. Nel 2009 è stato stimato che circa i tre quarti degli adolescenti e degli adulti negli Stati Uniti, hanno una carenza di questo fondamentale fattore nutritivo.
La carenza di vitamina D causa numerosi problemi, dal rachitismo, a un aggravamento delle condizioni dei pazienti malati di cancro. Ora due nuovi studi suggeriscono un legame tra vitamina D e problemi neurologici: gli anziani con insufficienza sviluppano più facilmente il morbo di Parkinson, o problemi cognitivi.
Il primo, condotto da Paul Knekt e colleghi, presso l’Istituto nazionale di sanità finlandese (pubblicato in Archives of Neurology ha esaminato i livelli di vitamina D nel sangue di 3.173 uomini e donne, di età comprese tra i 50 e i 79 anni, scelti in modo che non avevano sintomi di Parkinson all’inzio dello studio. E’ risultato che chi aveva livelli più alti di vitamina D (più di 50 nmol/L) ha rischiato di sviluppare il Parkinson decisamente di meno (il 65 %) di chi aveva i livellli più bassi (meno di 25 nmol/L).
Nel secondo studio, svolto da David Llewellyn dell’ Università di Exeter e colleghi (pubblicato in Archives of Internal Medicine , sono stati esaminati 858 italiani (uomini e donne), di oltre 65 anni.
Più della metà dei partecipanti soggetti a demenza, erano carenti per la vitamina D (meno di 50 nmol/L). E test cognitivi hanno rivelato che persone con una deficienza severa (meno di 25 nmol/L) avevano una probabilità del 60% maggiore di sviluppare un declino cognitivo nei sei anni successivi.
Gli studi di Knekt e llewellyn non sono i primi a evidenziare il legame tra deficienza e vitamina D, che è stato dimostrato avere un ruolo importante anche in altre malattie come sclerosi multipla, autismo e schizofrenia.
L’uomo può ottenere la vitamina D mangiando olio di pesce o integratori alimentari. Viene anche sintetizzata esponendo la pelle ad adeguate quantità di raggi ultravioletti, Molti fattori ne influenzano i livelli: la stagione, la latitudine, il colore della pelle, l’età, la dieta. La dose giornaliera consigliata va da 200 a 600 IU.