Un gruppo di ricercatori cinesi della Shanxi University, hanno utilizzato nanoparticelle per somministrare Rna a doppio filamento alle larve di zanzara, nel momento in cui si cibano. L’Rna silenzia alcuni geni, interferendo con alcune funzioni vitali. Impedisce lo sviluppo e rende l’insetto più sensibile agli insetticidi. Il sistema messo a punto, detto rna interferenza, serve appostiamente per far perdere funzioni vitali in teria in ogni organismo eucariote. Gli eucarioti (quasi tutti gli animali e i funghi) hanno cellule che contengono un nucleo all’interno del quale il materiale genetico può essere manipolato. Quando l’interferenza Rna viene attivata, distrugge l’Rna messaggero espresso da un particolare gene, impedendo la codifica delle proteine funzionali che ne dovrebbe conseguire.
Nel caso della ricerca cinese, l’interferenza Rna è stata utilizzata per silenziare il gene responsabile della produzione della chitina, il principale costituente dell’esoscheletro negli insetti, nei crostacei e negli aracnidi.
L’efficacia non è ancora pari al 100 per cento. Ma in ogni caso le zanzare restano più deboli e sono quindi più sensibili agli insetticidi, che penetrano nell’esoscheletro dell’insetto più facilmente. Se il gene che sintetizza la chitina venisse del tutto silenziato, le zanzare morirebbero evitando anche l’uso dei pesticidi.
Poichè l’Rna a doppio filamento si diluisce velocemente, non può in teoria essere somministrato direttamente. Le nanoparticelle consentono una somministrazione più precisa alle larve di zanzara, che vivono nell’acqua. Il gruppo ha notato che facilitano l’ingestione, perché non si dissolvono e stabilizzano anche l’Rna nell’acqua.
In futuro dunque potranno essere messe a punto esche a base di nanoparticelle per tenere sotto controllo lo sviluppo degli insetti. Il sistema tra l’altro è innocuo sia per l’ambiente che per gli altri orgnaismi: il silenziamento infatti può essere fatto su geni specifici e le nanoparticelle sono formate da chitosano, un polimero biodegradabile.
Altri insetti potrebbero essere controllati con questa tecnica: i ricercatori cinesi hanno sperimentato il loro sistema anche contro ola piralide del mais, un importante parassita che produce consistenti danni economici all’agricoltura, e contro le cavallette.