test nucleari 1.0

27 gennaio 1996,
 La Francia decide la fine dei test nucleari nell'Atollo di Mururoa dopo aver eseguito sei test invece degli otto previsti,  anche a seguito degli interventi delle navi di Greenpeace e della raccolta di 7 milioni di firme per farli cessare. Qualche tempo dopo, in settembre,   Il Trattato Internazionale sul Bando degli Esperimenti Nucleari (CTBT) viene adottato dall’Assemblea delle Nazioni Unite.
Chirac, in carica anche allora nel suo primo mandato, è costretto a firmare, Una scelta di immagine: il trattato infatti è stato siglato da ben 176 Paesi. Potrebbero diventare molti di più ma non cambierebbe nulla. Continue reading

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Scienza e ecoattivismo: un rapporto inevitabile

 

da Laser: http://www.e-laser.org/new/news.asp?idNews=546

Esistono ancora frazioni estreme dell'ambientalismo? A cosa servono o a cosa sono servite le loro azioni? In Italia di questi argomenti se ne parla raramente. Non è così dove si produce ricerca, vale a dire in Paesi come Usa e Gran Bretagna, dove la presenza degli ecologisti radicali è così forte che anche gli ambienti più consolidati sono costretti a fare i conti con la loro presenza. In Inghilterra per esempio, grazie a un forte dibattito sull'uso degli animali da laboratorio, sono state introdotte leggi per la limitazione delle cavie, e sono stati incentivati metodi di sperimentazione alternativi. Si trattava di un argomento che ormai faceva parte del dibattito pubblico, e la necessità di frenare stragi inutili nei laboratori sembrava ormai un obbligo morale. Però ha avuto un effetto positivo, tanto che poi i principi della legge inglese sono stati presi in esame anche all'interno dell'Unione Europea.
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benvenuti in slownews!!!

Ribellati.
Rallenta.
Pretendi slownews.
Slownews non ti droga con la notizia fasulla.
Slownews non sta sulla cresta dell’onda: non ha paura di raschiare il fondo.
Slownews non si lascia affascinare da conferenze stampa precotte: è l'informazione che tende l'agguato.

Slownews chiede a te che leggi, ascolti e digiti di liberarti dall'eroina dell'urgenza.
Da quel bisogno di  pugni nello stomaco, bocca spalancata, cervello annichilito.

Le immagini del telegiornale si susseguono una dopo l’altra e ti lasciano senza respiro?Le parole ascoltate alla radio comunicano una piacevole tensione e danno la sensazione che grandi eventi stiano accadendo? I titoli del giornale diventano sempre più grandi, e usano un linguaggio esplicito, senza mezzi termini che ti inchioda sulla sedia.
E’ l’inevitabile stile del grande giornalismo, quello che fa sembrare più vere e sicure le informazioni. No?
Ma.
L’incalzare delle notizie non fa informazione, droga.
Droga il lettore, che ha sempre più bisogno di essere strangolato da un vortice.
Droga il giornalista, che per stare dietro alle presunte esigenze del pubblico deve lasciare perdere ciò che è successo davvero, per preferire ciò che sembra stia per accadere.
Droga il comunicatore, che è costretto a vendere una merce avariata, una serie di parole senza senso, che evocano immagini, rallegrano i cuori, fanno sorridere, viaggiano in un mondo che dura una frazione di secondo. Altrimenti tutti scoprirebbero che sono fantasmi.

Non è il tempo che conta.
E quello che viene detto.
Non è l'urgenza che conta, ma la velocità di una reazione pensata con il cervello.

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