Cosa si può fare un gruppo di cittadini preoccupati per l'inquinamento che abitano in un Comune che da dieci anni non programma nessun intervento efficace per cambiare la mobilità urbana, e che appartiene a una Regione che mette in atto provvedimenti di facciata ma di pochissima sostanza? Occupare le strade, o creare campagne di monitoraggio, alla fine delle quali, dati alla mano, costringere le istituzioni a riconoscere le proprie responsabilità. Coì stanno lavorande le mamme Antismog, diventate ora Genitori anti smog, un gruppo spontaneo che ha iniziato con manifestazioni di passeggini davanti a Palazzo Marino, e che sta mettendo a segno anche qualche risultato concreto. Per esempio a Milano, da maggio, per invcentivare l'uso del trasporto pubblico, hanno ottenuto che i bambini di meno di dieci anni viaggino gratis se accompagnati da un adulto. Oltre a questo hanno fatto, e vinto, un ricorso al TAR, per la mancata diffusione al pubblico di un rapporto ASL sulla stima degll'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla mortalità e morbosità nella città di Milano. Il rapporto parlava troppo chiaro: quasi un decesso al giorno provocato da PM10 e ozono e 120 casi all'anno di morti per patologie cardiovascolari legate all'inquinamento.
In questi giorni però arrivano i risultati di Eurolifenet, una campagna scientifica oganizzata insieme al Research center on Information Technology and Partecipatory Democracy e il Centro di ricerca della Comunità Europea a Ispra, ovvero il monitoraggio di quanto siamo effettivamente esposti alle polveri sottili sia in casa che fuori casa, nella vita di tutti i giorni. Dal 13 novembre 2006 infatti , gruppi di studenti di tre scuole superiori milanesi, seguiti poi da gruppi di adulti, hanno indossato per 24 ore uno strumento di misurazione portatile (pevava 300 grammi), raccogliendo dati sugli ambienti in cui si trovavano. In pratica un contatore ottico di particelle, che misura le polveri PM 2,5 ogni 10 secondi. Le PM 2,5 sono quelle responsabili di irritazioi delle prime vie respiratorie e della trachea.
Il progetto EurolifeNet è stato già realizzato a partire dal 2002 in vari Paesi europei, soprattutto per la misurazione dell'esposizione al benzene. La formula è quella giusta: per riuscire a fare in modo che una situazione evidente per tutti, lo diventi anche per i politici, è necessario raccogliere dati, sperimentare al posto delle istituzioni scientifiche consolidate, rispettando le esigenze degli scienziati, dei tecnici, dei legislatori. Una operazione non facile. Ma che alla fine, se vengono rispettati rigore e affidabilità dei dati e l' adeguatezza statistica, è ancora più efficace. Parte dalla sensibilizzazione della gente, da una presa di coscienza civica, a una responsabil
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