Time: il boia in copertina e la proprietà dei media

putin su time
Time magazine è uscito con la copertina più attesa
dell’anno. Quella che consegna al protagonista di turno la corona di “Person of
the year”, quella di cui tutti, volenti o nolenti, saranno costretti a parlare.
La motivazione: per aver dato stabilità alla Russia.
E’ quando si leggono
notizie come queste che improvvisamente si capisce che le parole non hanno più
senso. Che non vale la pena di continuare a opporre idee e filosofie a qualcosa
che meriterebbe risposte più concrete.
Dunque non ha senso elencare tutti i misfatti di Putin,
l’orrore della Cecenia, la soppressione di giornalisti come Anna Politkovskaja,
la repressione dell’opposizione nelle recentissime elezioni.
Per ora iniziamo con una serie di dati, tanto per capire
dove siamo, in una geografia che ci sta dimostrando che non siamo ragni che
camminano sulla tela, ma piuttosto le zanzare imbozzolate e che aspettano di
essere divorate. 

 

Time magazine, settimanale diffuso in tutti i paesi di
lingua anglosassone e non solo, preso a modello dai giornalisti di tutto il
mondo, e letteralmente copiato da quelli italiani, è di proprietà della Time
warner Company , un colosso di produzioni multimediali che ha sede ufficiale a
New York e che risulta dalla fusione della Warner e di Time, nel 1990. Warner è
stata fondata nel 1972 come costola della Warner Bros picture, produttrice
della maggior parte dei film. Nel 2000 è protagonista di una spettacolare
fusione con Aol, che apparentemente “compera” Time Warner mantenendo il 55%
(dunque la maggior parte) delle quote, ma che viene poi “ridimensionat”a nel .
2002 e diventa invece una costola.

Siamo di fronte a uno dei grandi produttori di informazione
a tutto campo, in grado di decidere quali contenuti debbano passare (e non
certo in modo subliminale)  e debbano essere
condivisi da milioni di persone su questo pianeta.

 La divisione Time
produce un centinaio di giornali (e anche in quest’ambito sono avvenuti
trasferimenti e fusioni , con spostamenti di capitali, lavoratori, testate),
tra i quali Fortune, Life, Sports illustrated, tanto per citare i più noti in
Italia libri, broadcasting, musica e praticamente qualsiasi media  possa circolare.   Per quanto riguarda la rete, ecco un breve
elenco di marchi: oltre ad Aol, MapQuest, Winamp, Icq, Netscape, Amazon. Sotto il
cappello di Time infatti compaiono anche tutti i canali Cnn, New York Tv,
Kabletv, i canali satellitari Turner. Del cinema si è già parlato: sono di Time
Warner anche Cartoon network e tutti i cartoni di Hanna e Barbera.

Per un’idea più precisa vedi anche <a href =http://www.cjr.org/resources/index.php?c=timewarner>
http://www.cjr.org/resources/index.php?c=timewarner</a>

Nel board dei direttori compaiono persone che fanno parte di
Hilton corporation, Kleiner Perkins, Johns Hopkins University (molte
informazioni scientifiche che sono sui nostri giornali provengono da questa
università), Colgate Palmolive, Motorola.

Questi signori non si limitano a provvedere interessanti storie,
o a divertire la gente insomma. Puntano a fare in modo che il pubblico impari
ad essere fedele, grazie a una costante e sempre presente offerta di un mondo
perfetto, dove per carità si possono trovare anche qualche morto e qualche
rapito perché il sangue attira sempre, ma la cui attinenza con la realtà è solo
apparente. O meglio era. La perfezione dell’intera operazione infatti si basa
sul fatto che il mondo fasullo alla fine diventa effettivamente realtà, perché
la gente cerca di vivere quello che risiede nell’immaginario di cui si
circonda.

Puntano anche a fare piazza pulita delle pericolosissime
alternative. Internet e i siti comunitari gli sono un pochino scappati di mano,
ma stanno velocemente correndo ai ripari.

Nel frattempo la mossa vincente è fare piazza pulita di ogni
alternativa prima ancora che possa anche solo fare capolino. Nei giorni scorsi
la Fcc ( Federal communication commission), la commissione che in teroia
dovrebbe controllare i monopoli dell’infromazione negli Usa, ha permesso a un
altro titano dei media, Rupert Murdoch, di impossessarsi e annientare altri
piccoli produttori, rendendo possibile la proprietà di una televisione e di un
giornale nella stessa città. Il primo tentativo era già stato fatto nel 2003,
ma milioni di americani avevano sottoscritto petizioni come quella che <a
href =http://www.civic.moveon.org/mediaconsolidation/>
circola ora</a> ed erano riusciti a frenare la firma del Congresso. E guarda
un po’, qualche giorno prima della votazione finale, proprio su Time compare un
editoriale di Kevin Martin, il chairman della Fcc, il quale ovviamente spiega
che anullare il divieto si possedere contemporaneamente giornali e stazioni tv
è un problema “minore”.

This entry was posted in media. Bookmark the permalink.

2 Responses to Time: il boia in copertina e la proprietà dei media

  1. Anonymous says:

    D’accordo sull’analisi del ruolo del Time e simili. Molto meno sul punto di partenza: l’analisi in tre frasi “standard” della politica di Putin rispecchia perfettamente il punto di vista americano e molto meno quello degli analisti politici e soprattutto della maggiornaza dei russi: che almeno hanno il coraggio di ammettere che loro non hanno la democrazia, ma preferiscono lo stesso Putin … I russi sono molto scocciati di ricevere lezioni dall’occidente: dieci anni di Eltsin gli sono bastati per capire l’ipocrisia occidentale. E Putin non ha da nascondere di piu di un Blair, di un Bush e di molti altri leader occidentali. Quando smetteremo di dare lezioni di democrazia, allora forse incominceremo a capire chi preferisce strade diverse …
    cordiali saluti
    giuseppe

  2. Anonymous says:

    Credo che nel tuo articolo vi sia un pochino di confusione e che tue conclusioni siano un po’ affrettate. Putin non è naturalmente un campione di democrazia, ma ciò non mi sembra discriminatorio per il giudizio delle capacità di leadership e per il seguito che questa persona ottiene in patria e all’estero. Un occhio ai risultai delle ultime elezioni della Duma lo confermano. Ora, attribuirgli pesanti colpe quali l’omicidio della giornalista e le stragi cecene mi sembra cieco. Sopratutto ti invito a considerare quali sono le poste in gioco, all’indomani della fine dell’URSS. Capirai che la Russia di oggi è stretta d’assedio (non ultima la la decisione Nato di installare lo scudo antimissile ai suoi confini occidentali non è certo per proteggere dai missili iraniani), l’unica superpotenza residua intenderebbe sferrare il colpo finale alle pretese geopolitiche della Russia. Alla luce di ciò, Putin non può che essere quello che è, perchè alla Russia serve un premier così. Una volta ristabilito un equilibrio multipolare si potrà parlare del resto (democrazia? diritti umani?).
    Saluti

Comments are closed.