Ciao ciao Esselunga!

Botte e risposte tra giornalisti ed Esselunga, caso mai ci fosse ancora bisogno di decidere se andare ancora in quel supermercato.

Prima mail 
Inviato: lun 03/03/2008 12.38
A: marketing
Oggetto:
Per i responsabili dell’ufficio stampa/Sul caso di viale
Papiniano

Salve, colleghi.
Dopo le notizie sulle vicende capitate alla cassiera di
viale Papiniano, vi
annuncio che siamo in molte, tra le giornaliste vostre
clienti, decise a non
comprare più nei supermercati Esselunga.

 

Io vivo vicino
alla filiale di viale
Piave e la frequentavo spesso. Ma ora, come altre
colleghe e non solo, sono
scandalizzata da quanto è successo.
E siccome come consumatori abbiamo molto
più potere che come cittadini
votanti, spero che la nostra protesta spinga la
vostra azienda a cambiare le
relazioni con il personale. Dal canto nostro, ci
impegneremo per diffondere
questa iniziativa e le informazioni
relative.
Cordialmente

La risposta di Esselunga 

From: <marketing@esselunga.it>
Date: Tue, 4 Mar 2008
16:13:53 +0100
Conversation: Per
i responsabili dell’ufficio stampa/Sul caso di viale Papiniano
Subject:
R: Per i responsabili dell’ufficio stampa/Sul caso di viale
Papiniano

Gentili
Signore,
facendo seguito alla vostra in merito all’episodio che ha riguardato
la nostra dipendente del punto vendita di Viale Papiniano, desideriamo
comunicare che sono attualmente in corso delle indagini da parte delle forze
dell’ordine, di cui abbiamo subito richiesto l’intervento e alle quali stiamo
fornendo la massima collaborazione.

Auspichiamo che venga fatta luce sulla vicenda nel più
breve tempo possibile. Al momento riteniamo prematuro rilasciare altre
dichiarazioni in merito.

Siamo vicini alla nostra dipendente, alla quale stiamo
garantendo il nostro supporto.

Cordiali saluti.
Esselunga SpA

Il comunicato della Federazione Nazionale della Stampa Italiana: 
Ciascuna azienda può cercare di far parlare di sè come
crede, spendendo i suoi soldi. Farlo, acquistando una pagina del giornale 
(Corriere della Sera) per parlare di complotto di sindacalisti (Cgil e Uil) con
giornalisti (con riferimento a Repubblica e Rai Milano), perché questi ultimi
hanno riferito notizie di denunce di gravi episodi, evidenziate in una
conferenza stampa, patiti da una dipendente e in corso di accertamento, è
inutile prova muscolare. 
I
fatti di cronaca riferiti dai giornalisti, con al centro l’aggressione subita da
una commessa per opera di una persona non identificata nei servizi igienici
nella sede di lavoro e altri problemi motivo di disagio, sono notizie che si
pubblicano. Sempre. La Esselunga, invece, vede nel dar conto di un avviso di
cronaca e opinioni sindacali “un clima di intimidazione… creato da taluni
sindacalisti, politicanti e giornalisti, in un palese concerto”. 
Le notizie
di cronaca non si censurano, non se ne può impedire la pubblicazione, non
possono essere motivo di minacce. Si confutano se si hanno elementi per farlo.
Quando, poi, ci sono indagini della Magistratura la stampa avrà cura, come
sempre, di dare conto di come procedono e dei suoi risultati. L’informazione
libera è questa. Rispetta ma non tace, tanto più se ciò che merita di essere
rappresentato suscita inquietudini e, appunto, diventa motivo di indagine delle
Forze dell’Ordine e della Magistratura.
E’ sorprendete perciò e nello stesso
tempo è intimidatorio, il comunicato pubblicato a pagamento di una azienda come
la Esselunga contro giornali e giornalisti. Lo respingiamo al mittente come una
antistorica arroganza padronale, certi che i colleghi chiamati in causa, ai
quali va la nostra solidarietà e sostegno, continueranno a fare con autonomia e
rigore il proprio mestiere di informare – qualsiasi saranno gli sviluppi della
vicenda – con correttezza e rigore”.

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