Lambro, petrolio e attentati….

23
febbraio 2010,  all’ora del
lupo, quando la notte è più notte, da sette serbatoi della Lombarda Petroli di
Villasanta, si sversano nel fiume migliaia di litri di petrolio, 8mila metri
cubi secondo stime accreditate, forse 10 mila, ma le cifre danzano e non
vengono mai confermate. Solo alle 10 del mattino si scopre da dove arriva la
morchia. I media, quando battono la notizia parlano di incidente, un
sabotaggio, un attentato. Nel diffuso clima di paura pare credibile. Poi le
notizie iniziano ad arrivare: le cisterne erano in tutto 20, e quelle vuote non
vengono toccate. Svuotarle non è un’operazione casuale: è necessario sbloccare
le valvole, attivare nella giusta sequenza tre comandi e attendere che gli
idrocarburi vengano aspirati dal fondo e pompati in apposite tubature. Solo a
questo punto si possono aprire le ultime paratie che dovrebbero essere
collegate ad autobotti e invece, e non per caso, finiscono nel fiume più
inquinato d’Italia, Tanto è già messo male. E poi si può contare sul fatto che
il Governo ha appena approvato (il 2 febbraio) una norma che depenalizza lo
sversamento di sostanze inquinanti nei fiumi, e limita il colpevole, se mai
verrà individuato, al pagamento si una multa che va da 3mila a 30mila euro.

Tutto diventa ancora più chiaro

se si considera che la
raffineria è in realtà un impianto abbandonato dal 1984, trasformato in un
deposito di stoccaggio di idrocarburi conto terzi, in attesa di
riqualificazione, passato da 200 a  17
dipendenti (12 in cassa integrazione). L’area in cui sorge è interessata da un
progetto di recupero varato dal Comune di Villasanta che impegna l’area della
Lombadra Petroli con una convenzione firmata nel 2004. In quell’area dovrà
sorgere una Eco city. Un sogno abitativo elaborato dal Politecnico di Milano e
dato in mano alla Addamiano srl, società immobiliare di Nova Milanese, che si
ispira a concetti come sostenibilità, verde, archeologia industriale.
Soprattutto è un affare: il restyling, che prevede unità abitative e
commerciali, vale oltre 300 milioni di euro.

L’Addamiano dovrebbe provvedere alla completa bonifica
dell’area, ma a pagare i conti ci deve pensare la Lombarda Petroli..Alla
Lombarda Petroli però scade la convenzione. Ora gli attori cambieranno, dunque
meglio eliminare rifiuti il cui smaltimento potrebbe essere troppo costoso.

E così la miscela di idrocarburi finisce nel fiume, supera
le anse, finisce nel Po, si dirige verso il Delta, mettendo a rischio aree
protette di valore internazionale, in una stagione in cui inizia la
riproduzione degli uccelli. Le chiazze si separano, vengono in parte recuperate
dagli sbarramenti all’Isola Serafini e a Piacenza, ma troppo resta a
galleggiare e continua la sua inesorabile corsa verso il mare. Gli esperti e le
associazioni ambientaliste pensano che i danni verranno fuori alla lunga
distanza. Bertolaso, che  può contare sui
nostri soldi pubblici per finanziare le operazioni di recupero necessarie a
risanare il danno compiuto da privati, con il tipico stile di questo Governo
dichiara invece che tutto è ormai risolto.

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