Le dighe? Non erano ecologiche ha ha ha ha!

Le centrali idroelettriche sono sempre state annoverate da governi ed esperti di energia tra le fonti  rinnovabili e pulite. Non erano dello stesso parere gli studiosi di ecologia o problemi globali, o chi si occupa di economie povere, o ancora, chiunque avesse la capacità di inquadrare l'installazione di una diga in un contesto più ampio di quello della produzione di energia: migliaia di persone costrette ad evacuare e che finiscono quasi sempre nelle bidonville delle grandi città, terreni persi per l'agricoltura locale, enormi impianti che richiedono alti costi di manutenzione, centralizzazione nell'uso del territorio e dell'energia. Ora però anche chi finora giustificava l'energia idroelettrica come soluzione ecologica, sarà costretto a ricredersi. Un gruppo di ricerctori infatti a completato una serie di studi che rivelano  dati piuttosto sorprendenti: le grandi dighe, in particolare quelle costruite nei Paesi tropicali e in via di sviluppo, dove è ancora più forte la fame di energia, producono enormi quantità di di anidride carbonica e soprattutto di metano, contribuendo così in modo massiccio all'effetto serra.Il metano produce un effetto di riscaldamento 20 volte superiore all'anidride carbonica.
I risultati sono stati presentati a un incontro patrocinato dall'Unesco e che si è tenuto a Parigi tra il 3 e il 5 di dicembre, e del quale ovviamente nessuno ha parlato.
Il problema è particolarmente grave ai tropici perché in queste regioni il materiale organico che viene sommerso è in enormi quantità, e fermenta rapidamente anche a causa delle elevate temperature dell'acqua. Finora questo fenomeno era stato poco studiato e non misurato. Il metano tra l'altro verrebbe rilasciato in grandi quantità a causa delle elevate differenze di pressione tra il livello del bacino, e quello del punto di prelievo, che si trova decine di metri più in basso. Secondo Philip Fearnside del National Institute of research di Manaus, Brasile, una centrale idroelettrica sarebbe addirittura in grado, nei suoi primi 10 anni di vita, di produrre il quadruplo della quantità di anidride carbonica prodotta da una centrale a combustibile fossile che produce la stessa quantità di energia. Il caso studiato in particolare riguarda una diga che si trova a Balbinia, nel bel mezzo della foresta tropicale, e che negli anni Ottanta, quando era stata costruita, era un esempio di buona pratica di sviluppo sostenibile. In  Brasile l'80 per cento dell'elettricità viene prodotta dall'idroelettrico, Dunque questa notizia dovrebbe imporre una severa revisione del piano dell'energia.
Come era facile supporre, non tutti sono d'accordo con i calcoli di Fearnside. Ma il maggiore oppositore, Luiz Pinguelli Rosa, dell'università di Rio de Janeiro, ha perso ogni sua credibilità nel momento in cui si è scoperto che parte dei suoi lavori scientifici, su dighe della Guiana, e compiuti per di più negli anni immediatamente successivi alla costruzione dell'impianto, erano sati finanziati dall'industria idroelettrica.
Un altro studio fatto da riceratori del laboratorio di meteorologia di Tolosa, Francia ha fatto però i conti del metano rilasciato nel flusso di uscita di altre tre dighe tropicali e hanno scoperto che le emissioni in uscita, raramente misurate finora, sono responsabili da un decimo fino a un terzo delle emissioni totali della diga. Mentre un altro effettuato proprio a Balbinia, sempre sul flusso di uscita, rivela che le emissioni di gas serra sono paragonabili al 6 per cento di quelle prodotte dalla città di Sao Paulo, con i suoi circa 11 milioni di abitanti.
Il problema è che le stime globali di metano, che compaiono nei bilanci dei gas serra, non avevano fin qui calcolato l'apporto delle dighe. Forse sarebbe meglio considerare, o almeno approfindire queste ricerche, prima di creare nuovi enormi impianti che sono già stati previsti. Per esempio un progetto miliardario per il fiume Congo. Inoltre sarebbe da riconsiderare anche il meccanismo di compensazione previsto dal protocollo di Kyoto, per cui i Paesi in via di sviluppo possono vendere crediti verdi se costruiscono dighe.
Pensare che basterebbe ridure le dimensioni degli impianti, ed evitare di costruire giganteschi progetti, per fornire energia a livello più locale, con meno danni e getioni meno centralizzate del capitale e del potere.

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