No limits 4

Gli animali clonati non sono più un’eccezione. L’ultimo di una lista, che ormai comprende pecore, gatti, cavalli, mucche e mufloni, è un pastore afgano nato lo scorso mese di giugno. Il suo nome, Snuppi, ricorda quello di un celebre fumetto. Significa invece: Seoul national university puppy, ovvero animaletto dell’università di Seoul. Gli scienziati coreani hanno dichiarato di averlo creato per studiare il patrimonio genetico del cane e le malattie canine.Sono gli stessi obbiettivi del progetto Genoma del cane, che studia normalissimi esemplari, che vivono con i loro padroni.
Snuppy sembra avere però anche un interessante valore commerciale: la richiesta di cuccioli clonati sta aumentando. Ottenere Snuppy non è stato facile: 1.095 embrioni sono stati impiantati in 123 madri, che hanno dato la vita a due cuccioli soltanto, di cui uno è morto prematuramente. Qualche perplessità? Basterà fare un piccolo sforzo: evitare di imbattersi negli appelli delle società di protezione animale che invitano ad adottare gli esemplari vivaci e intelligenti che si trovano rinchiusi nei canili, quelli che ex-affezionati proprietari hanno abbandonato sulla strada.

Juan Andres Soria, studente dell’Università dell’Idaho (Usa), ritiene di aver trovato una soluzione alla crisi mondiale del petrolio. Soria infatti ha sviluppato una nuova tecnologia che converte il legno degli alberi in olio combustibile, del tutto simile a quello utilizzato per alimentare i motori diesel. Basandosi sull’osservazione che il carbone si è formato da residui vegetali sottoposti ad alte pressioni e alte temperature, ha provato a scaldare segatura e metanolo fino a circa 500 gradi, e ha ottenuto una miscela dalla quale si possono estrarre sottoprodotti del tutto simili a benzina, catrame, colla e resina. Il sistema diventerà competitivo quando il petrolio infrangerà la barriera degli 80 dollari al barile, vale a dire quando, visti i costi della benzina, le automobili circoleranno meno, producendo meno gas e anidride carbonica. Resta un fatto, anzi due: gli alberi, finchè sono in piedi, sottraggono dall’aria sostanze inquinanti. I biodiesel poi si possono ricavare anche da erbe che crescono velocemente, come il girasole e la colza.

In India le vacche sono sacre e non possono essere disturbate. Nella capitale Dehli però, è facile imbattersi in una delle 40 mila mucche senza padrone che vagano sulle strade. Un problema soprattutto per il traffico: gli incidenti, al pari delle vendite di automobili, sono in netto aumento. Le autorità indiane hanno dunque deciso: per limitare il fenomeno delle mucche randagie adotterà i chip a tecnologia Rfid, che consentono di tenere in memoria dati come il peso, l’età, ma anche gli itinerari percorsi. Chiunque porterà alle autorità una mucca selvatica riceverà 45 dollari di premio. L’animale verrà poi dato in affidamento a un padrone. Il nuovo padrone, una volta ricevuto l’animale, potrebbe provare la tentazione di riportarlo, per avere a sua volta i 45 dollari. Il chip però svelerà la truffa, ricordando che oltre alla religione esiste l’onestà.

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