Scienza pop

Dibattiti, cartoni animati, kit illustrativi. Non sono gli strumenti per un nuovo programma di educazione ambientale da diffondere nelle scuole, ma un sistema integrato di interazione con il pubblico,  con il quale il governo inglese spera di stimolare la gente ad esprimere la propria opinione sul futuro della scienza e della tecnologia. Chiamato Sciencehorizon, è un programma finanziato pubblicamente per stimolare  la partecipazione e la discussione sulle nuove applicazioni tecnologiche. Servirà a far saltare fuori speranze e paure, a chiarire i dubbi,  capire quali possono essere i limiti di tolleranza e quale la linea di confine tra eventuali costi e benefici di una tecnologia.Non è uno sforzo di demagogia: come in altri settori, in INghilterra, è già accaduto, vedi la vivisezione o le terapie non convenzionali come agopuntura e ayurveda, le opinioni raccolte serviranno per modellare le politiche del futuro.
Sciencehorizon dunque, non è nientaltro che uno dei rarissimi esempi di condivisione dei problemi che riguardano la scienza. Solo quando il progetto sarà arrivato alle conclusioni, sapremo quanto davvero le voci del pubblico sono state ascoltate. Ma, per ora, fa un bellissima impressione. Immaginate di fare la stessa csa in Italia, dove siamo anni luce di distanza. Quale forza politica se la sentirebbe di appoggiare un dibattito pubblico sulla legge per la fecondazione artificale, o sulle cellule staminali, oppure sulle nanotecnologie? Gli unici che ci hanno provato, a Bologrna, sono gli studenti di biotecnologia. Il nostro governo, per ora, ha tutta l'immobilità del centro e tutta l'impreparazione ad affrontare i temi di scienza tipica della sinistra.
Il programma inglese è stato lanciato pochi giorni fa e prevede una serie di evnti della durata di sei mesi. E la dichiarazione di intenti è chiara: il ministro dell'Innovazione e della scienza Malcom Vicks, ha sottolineato che inviteranno chiunque a partecipare alle discussioni, non solo gli scienziati. Cosìcome l'organizzazione: attraverso un sito, sciencehorizons.org., al pubblico vengono offerti spazi di forum ma anche pacchetti informativi, in modo da farsi un'idea di quello di cui si vule parlare. E come già accennato, non si tratta di noiosissime publicazioni scientifiche, incomprensibili per chi non ha alcuna preparazione. Se si vuole fare in modo che anche chi non sa possa parlare, bisogna prima offrire una informazione accessibile. Ecco perché ci sono i fumetti e i cartoni animati.Ed ecco perché al progetto collabora Bbc, un servizio di informazione pubblico che ha enorme esperienza di divulgazione scientifica. Per rendere la cosa più facilmente comprensibile, viene proposta una simulazione. Questa si, se vogliamo, un po' pop. Si chiede alla gente di immaginare come sarà il 2025 e di esprimere la propria opinione su materiali intelligenti, nuove conquiste della medicina ed eventuali conquiste del genere umano.
Un'altra nota che fa pensare a un fuori registro, riguarda chi paga. Sciencehorizon viene finanziato da dipartimento del commercio e dell'industria. Dunque potrebbe essere condotta non tanto e non solo per stimolare un atteggiamento politico, ma piuttosto per far conoscere le meraviglie che ci attendono, facilitando così non uno spirito critico, ma la solita cieca speranza per i meravigliosi successi della scienza,
Non a caso il governo ha invitato scienziati ed esperti nelle varie discipline a indicare quali sono le aree scientifico-tecnologiche che avranno maggiore impatto sul nostro futuro. Sarebbe però interessante se Sciencehorizon non riguardasse la fantascienza, visto che già numerose generazioni sono cresciute sognando i bellissimi grattacieli panoramici dei Pronipoti e i nastri trasportatori di Star Trek. E nulla è cambiato
Forse, a guardare bene, sarebbe interessante se Sciencehorizon costringesse a discutere di quelli che possono essere gli sviluppi di invenzioni e scoperte che sono già molto concretamente qui.
Immaginiamo quindi di essere nel 2025, come viene proposto dal primo pacchetto informativo di Sciencehorizon:la proposta si articola in quattro temi: Mente e Corpo, Casa e società, Lavoro e piacere, popoli e pianeti.
Se clicchiamo su popoli e pianeti ci sono delle scene, una di queste è una sala d'aspetto di un aeroporto. Qui c'è Emily, una ragazza che deve andare in Zambia a trovare un amico conosciuto in internet (e fin qui niente di nuovo). Ma sta pensando cosa fare: nella zona che deve raggiungere ci sono numerose malattie tropicali. L'unica possibilità è la vaccinazione genetica, che la può proteggere al 100 per cento. Che fare? Emily non sembra convinta. L'utente può dunque aprire una finestra che gli spiega cosa sono le vaccinazioni genetiche, e a che punto è la ricerca ora. Accanto a lei c'è Rajpal, un indiano. Deve raggiungere la famiglia ma ha finito i crediti di carbonio. E' preoccupato perché non potrà tornare a Londra, a meno che i suoi parenti non gli cedano le loro quote carbonio. E' un interessante prolungamento della pratica della carbon tax, per ora riservata alle attività produttive. Anche qui si apre una scheda informativa che spiega la situazione attuale. Non fa scenari apocalitici, proprio qui dove forse invece potrebbe farne, non propone in realtà nessun'altra soluzione. Quasi si volesse vedere  fino a che punto può arrivare l'impegno personale nella riduzione dei gas serra. Non molto di più.
A noi piace molto l'idea di poter manipolare il nostro futuro, infatti già tentiamo di farlo con il presente. Ma il futuro potrebbe essere molto diverso da quello proposto. Resta il gioco, divertente.
   

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