Kenya: dieci cose da fare. Un report sul post elezioni

 2 dicembre 2007.

Il 27 di Dicembre, sono stato in coda per sei ore, dalle 5,30 alle
11,30 del mattino, per aspettare il mio turno per votare alle elezioni
presidenziali, parlamentari e civiche.
Quando i voti sono stati contati, più tardi, nella notte, Raila Odinga,
il leader dell’opposizione, era in netto vantaggio. A un certo punto
era in testa con circa un milione di voti. Ma in qualche modo Mwai
Kibaki, l’onnipresente presidente, è riuscito a arraffare un vittoria
discussa. Posso accetare questa cosa. Quello che non posso accettare è
che negli ultimi tre giorni più di 200 kenioti abbiano perso le loro
vite a causa di questi risultati discutibili. Il rapporto
completo di John Bwakali

John’s
Audio Report for Free Speech Radio News<

Quando la tensione è salita, mi sono dovuto spostare nella casa di mio
fratello perché mi trovavo in un vicinato dominato dai Kikuyu, la tribù
più numerosa in Kenya e anche la tribù del presidente Kibaki.
Tragicamente i kikuyu vengono attaccati dalla gente, arrabbiata. E loro
stessi stanno iniziando a rispondere.
Dopo due giorni di una sorta di arresto domiciliare, era importante
lasciare la casa. Ma quando hoi provato a farlo. non sono riuscito a
superare un blocco stradale formato da più di cinquanta persone che
sedevano sulla strada in un umore teso ed eccitato.
Ma dovevo andare avanti perchè volevo chiamare una mia amica di
Eldoret. Lei è una kikuyu, ma la maggior parte dei suoi vicini sono
Kelenjin. Non per colpa sua, il presidente appartiene alla sua
comunità. Per colpa sua, il presidente ha danneggiato gravemente la
comunità kalenjin insieme ad altre 38 comunità. Persino i cosiddetti
risultati ufficiali mostrano che ha vinto solo in due province su otto.
Di conseguenza i membri di tutte le altre comunità in generale pensano
che il presidente li abbia derubati. Sfortunatamente stanno dando
contro a membri innocenti delle altre tre comunità che hanno votato a
favore del presidente (kikuyu, embu e meru). Sta diventando un ping
pong di violenza tra tutti.
Condanno la gente che ha commissionato e condonato i risultati di
queste elezioni Mentre ho capito che la maggior parte di coloro che
perdono accusano le frodi come causa della loro perdita, le frodi di
questa volta non sono semplice speculazione.
Samuel Kivutu, il chairman della commissione elettorale del Kenya ha
ammesso di aver annunciato i risultati presidenziali sotto pressione
del Partito di unità nazionale del presidente. Ha anche concesso che ci
sono state ampie irregolarità che si sono tradotte in ritardi
nell’annuncio dei risultati in circa 48 dipartimenti. Sia gli
osservatori nazionali che quelli internazionali hanno esplicitamente
riportato che mentre il procedimento di voto era corretto,
l’assegnazione del punteggio era piena di errori.
Raila Odinga si è rifiutto di accettarli. Milioni di kenioti si sono rifiutati di accettarli.
Gli affari sono stati paralizzati in tutto il paese e nulla è
normale.  Sono state perse vite e la vita non può continuare in
questo modo.
Il Kenya è piombato in uno stato di panico. Ieri, quando il resto del
mondo stava celebrando il capodanno, 30 donne e bambini sono state
bruciate vive in una chiesa dove avevano cercato rifugio. Sono morte
perché qualcuno ha pensato di frodare una elezione e qualcun’altro ha
trovato comodo facilitare o condonare questa frode. Sono morte perché
non c’è uno sforzo per fermare un fuoco che sta consumando strade e
villaggi di questa grande nazione. Sono morte perché una intolleranza
di massa soggettiva è emersa da un enorme inganno politico.
Io ritengo tutte queste persone responsabili di queste morti e di ogni
altra morte che dovesse risultare da questa tragica situazione. Il
sangue di questi compagni kenioti è prima di tutto sulle mani dei
politici le cui gambe hanno offeso i diritti fondamentali di voto dei
kenioti.
Questo sangue innocente è anche sulle mani colpevoli di chi ha
procurato morte. Nessuna ingiustizia giustifica l’assassinio degli
innocenti. Come abbiamo imparato dal genocidio in Rwanda, questo sangue
è anche sulle mani di tutti coloro che chiuderanno gli occhi davanti a
questo conflitto. Che è anche il motivo per cui non possiamo chiudere gli
occhi davanti a queste violenze e ad altre situazioni violente in tutto
il mondo.
Ma cosa puòe; essere fatto da voi per fermare questo fuoco violento che sta tagliando tante vite innocenti?
1. Condividere le informazioni e farle girare: mandare gli articoli ai
vostri giornali locali e alle radio. Se più persone sono informate, ci
sono più possibilità.
2. Partecipare come volontari come web designer per il sito Kenya
Indipendent Media Center. Kenya Imc può essere una piattaforma per
racconti accurati e disponibili per tutti. Abbiamo bisogno di
pubblicare dozzine di storie che non possono arrivare ai media
mainstream. Abbiamo anche bisogno di foto, video, audio. Dunque abbiamo
bisogno di web designer e programmatori che lavorino sul sito per un
periodo di 2-3 mesi, per un periodo durante il quale Kenya Indymedia
costruisce il suo web designign e la sua capacità di programmare. 
Come Kenya Indymedia ora abbiamo bisogno di comunicare cosa sta davvero
succedendo e un sito ricco è l’unico mezzo per farlo. Stiamo
collaborando con una organizzazione che si chiama Million Youth Action
per raccogliere la gente in tutto il paese, comprese le aree peggiori
come il Kenya occidentale e la Rift valley, per condividere le loro
storie. In questo modo le statistiche smetteranno di essere fredde e
prenderanno una prospetiva personale e umana.
3. Ospitare il sito di Indymedia Kenya: per consentire di scaricare
video, immagini e audio, il sito ha bisogno di spazio sufficiente.
Vogliamo usare il sito per mantenere traccia di tutti i kenioti che
stanno inutilmente perdendo le loro vite, vengono feriti, derubati, e
sequestrati nel corso delle violenze post elettorali. Vogliamo anche
mantenere una traccia su chi sa istigando facilitando e condonando
questa violenza. E ancora più importante, vogliamo conoscere le vittime
delle violenze in modo da poterle ragiungere prima o poi, nel nostro
piccolo modo.
4. Comunicazioni mobili: l’unico modo per comunicare per la gente
minacciata, è attraverso il telefono. Volgiamo distribuire telefoni
cellulari alla maggior parte delle persone in modo che ci possano
comunicare subito quello che avviene. Come già detto, vigliamo mettere
tutte queste comunicazioni nel nostro sito e passarle a rilevanti
autorità. Un dollaro basta per quattro minuti di conversazione. Questi
quattro minuti possono fare la differenza tra la vita e la
morte.
5. Aiutateci a traferire la gente dalle zone pericolose. Questa
violenza sta prendendo dimensioni etniche, il che significa che persone
di alcune comunità non sono più sicure in alcuni posti dove sono delle
minoranze. Le loro proprietà vengono devastate e saccheggiate. E,
ancora peggio, le loro vite sono in grave pericolo. Molti di loro non
reiscono neppure ad andarsene perché i trasporti publici sono stati
sospesi per l’elevata insicurezza delle strade. Volgiamo aiutarli a
ragiungere altri posti in ogni modo. Questo include dare le mance a
camion per il trasporto merci, treni cargo, pulmini per il trasporto
dei giornali, e ogni altro veicolo che si muove da un punto all’altro
per qualsiasi ragione.

6. Aiutateci a nutrire una persona trasferita. Abbiamo identificato e
continuiamo a identificare famiglie in Nairobi e altre parti del Paese
che temporaneamente possono ospitare queste persone. Questo è un
movimento di base e vogliamo ospitare temporaneamente le persone presso
famiglie. Queste famiglie apprezzeranno quansiasi supplemento di cibo
possiamo fornire.
7. Missioni diplomatiche, COntattate le vostre ambasciate in Kenya e
cercate di capire cosa stanno facendo. Dategli i contatti e portategli
questo report. Le ambasciate possono fare molto di più che dichiarare
"state in pace", anche se non lo sanno ancora!

8. Aiutate i bambini. Più di 75 mila kenioti sono stati delocalizzati.
La maggior parte di loro sono donne e bambini. E’ una tragedia quando
un bambino si trova in una tale confusione. Non c’è una formula
perfetta per raggiungere questi innocenti. Ma vogliamo portargli
giochi, vestiti, cioccolata, bevande, libri e altri regali che possono
consolarli. Cerceremo di raggiungere in particolare i bambini che sono
stati trasferiti o quelli i cui genitori sono morti durante questo
conflitto.
9. Pregate. Per quelli di voi a cui piace credere in Dio, pregate che la pace prevalga in Kenya.
10. Condividete le vostre idee: aiuterà molto se condividerete
concretamente ongi idea che avrete. La maggior parte dei politici
stanno raccontando ai kenioti che mantengono la pace e non stanno
facendo alcuna azione concreta per risolvere questa situazione. Il
potere della gente e le soluzioni possono fare una grande differenza.

Potete fare tutto quello che abbiamo detto sopra facendo quello che
abbiamo detto qui sopra o donandouna somma  che possa essere
considerata equivalente. Seguite le vostre preferenze e grazie per la
vostra attenzione.

John Bwakali

Per le donazioni
ucimc.org/info/donate – write kenya imc
in the paypal memo line

questo testo è stato pubblicato anche su Indymedia

altre informazioni si possono trovare qui:
Kitizito blog

è il blog di un padre comboniano residente in Kenya

o qui  Africa perace point 

un articolo interessante sui mungiki (di cui parleremo in seguito) è qui

ips
altre informazioni sui mungiki sul sito dei Missionari della consolata
ancora sui mungiki, antefatti che sottolineano la loro importanza nel paese
Information Guerrilla
This entry was posted in azioni. Bookmark the permalink.