Domande&risposte: fusione fredda

Che cos’è la fusione fredda? Si può davvero realizzare?

 

Il termine fusione fredda è emerso per la prima
volta nel 1989 in seguito alle ricerche dei 
fisici Martin Fleischmann and Stanley Pons che erano riusciti a produrre
un elevata quantità di calore, dunque energia, paragonabile a quella prodotta
nelle reazioni nucleari, caricando del palladio con idrogeno gassoso.
Ultimamente invece è stato utilizzato in modo più generale per indicare tutte
le reazioni nucleari a bassa energia (dette anche LENR) che nel frattempo sono
state sperimentate da molti studiosi. L’esperimento di Pons e Fleischmann venne
accolto in realtà da grande scetticismo, anche perché inizialmente nessuno
riuscì a replicare il loro esperimento. In realtà in molti verificarono la
produzione di calore, ma venne messo in dubbio che si trattasse di una reazione
nucleare. L’esperimento della fusione fredda ebbe grande attenzione in Italia,
dove Giuliano Preparata ed Emilio del Giudice rispettivamente dell’Università
di Milano e dell’Istituto di fisica nucleare, 
riuscirono a riprodurlo correttamente. 
Preparata riteneva anche che questo tipo di reazione fosse stata
sfruttata nei proiettili all’uranio arricchito, utilizzati, all’epoca, in
Kossovo. Questo avrebbe spiegato il perché quel tipo di bomba fondeva le
vittime, in modo molto simile a quanto avviene nelle esplosioni nucleari.  Altre prove sulla fusione fredda sono state
effettuate presso l’Università di Siena, e presso l’Enea di Frascati. Più
recentemente, nel 2008, a Osaka è stato realizzato un reattore a palladio.

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