La violenza? E’ quotidiana

Dolce e Gabbana escono con una pubblicità che lascia pochi dubbi. Quattro uomini sullo sfondo guardano con facce tra il truce e l'indifferente il quinto macho che tiene una donna inchiodata a terra.  A nessuno viene in mente subito quello che la scena davvero mima, ovvero una violenza, solo perché i giovanotti sono troppo glabri, indossano i vestiti sbagliati, hanno facce da bambini cresciuti in fretta, non sono dei bravi attori.In realtà il messaggio è fin troppo esplicito: è un'istigazione, o forse sarebbe meglio dire una depenalizzazione estetica, di uno stupro di gruppo. In Spagna la campagna pubblicitaria è stata sospesa. E la risposta sdegnosa degli sitlisti è stata che la fotografia è arte, dunque le è permesso di tutto. Peccato che fotografia non sia, perché si tratta invece di  poster pubblicitarii. In Italia le foto ritraevano solo dei particolari della scena, e la risposta alle critiche è stata solo un no comment. Ovvio. Purtroppo la violenza sessuale non è una devianza, ma una comportamento che fa parte della vita di tutti i giorni. Lo si sospettava, lo si sta scoprendo mettendo insieme dati statistici, analisi dei casi di recidiva, profili psicologici dei violentatori.   D&G hanno dunque ritratto un modello di comportamento normale e frequente, paragonabile al mettersi le dita nel naso. I crimini sessuali infatti, non vengono fatti da uomini brutali, maniaci sessuali, devianti di vario genere, ma dagli uomini di casa, con quali le donne hanno a che fare sempre.
Nel nostro Paese le donne che sono state oggetto di violenze fisiche e sessuali sono 7 milioni, vale a dire il 32 per cento del sesso femminile. E questi sono solo i casi che vengono a galla . La stragrande maggioranza non vengono denunciati.  Da quando sono piccole vengono messe in allerta per difendersi dai maniaci di passaggio, quelli che aspettano ai giardinetti per abusare di loro. Nessuna di loro sa che le offese principali arriveranno invece dai loro padri, dai loro fratelli, dai parenti più stretti, dai vicini, fino a quando non ci si troverà in mezzo.
Solo nell’8,6% dei casi la violenza sessuale viene praticata in un luogo pubblico. Più spesso gli stupri avvengono nella propria abitazione (31,2%), in automobile (25,4%) o nella casa dell’aggressore (10%). L'aggressore è una persona ben conosciuta dalla vittima, che può essere il marito o convivente (20,2% dei casi), un amico (23,8%), il fidanzato (17,4%), un conoscente (12,3%); solo il 3,5% dei violentatori non ha mai visto la sua vittima prima dello stupro. E i valori più elevati di casi di violenza si riscontrano nel Nord-est, poi nel Nord-ovest e infine nel Centro e nei centri metropolitani
Non a caso analizzando la storia dei detenuti per crimini sessuali , si scopre che la maggior parte non sono recidivi che hanno già effettuato una lunga serie di crimini, ma persone che sono al loro primo arresto.
In una ricerca pubblicata sugli annali della New York academy of science, in un campione di impiegati americani il 36 % ammetteva di aver almeno una volta usato la forza per ottenere sesso da una donna, aver tentato di fare sesso con una donna troppo ubriaca per dire di no, aver cercato di ubriacare o drogare una donna al fine di fare sesso con lei. Sono dati che trovano riscontro con altri: il 15 per cento delle donne che frequentano scuole tipo college restano vittima di violenze sessuali commesse da loro compagni.
Ma allora perché la comunicazione si concentra su pochi devianti invece che sulla gravità di un problema diffuso? Esattamente per lo stesso meccanismo per cui si inventa il terrorismo. Ovvero per non far venire a galla una realtà che imporrebbe un cambiamento diffuso e capillare in tutta la società. Non a caso è proprio negli Usa dove la demonizzazione di pochi grandi colpevoli è particolarmente spinta. E molti soldi vengono spesi per assicurare la loro detenzione, invece che essere investiti in altre più utili misure. Predirre il grado di recidività non è facile. Vengono però usati degli strumenti statistici che permettono di stabilire il grado di rischio. Uno studio canadese ha però dimostrato che meno del 40 per cento di chi è detenuto avrebbe commesso un crimine per i quindici anni successivi al rilascio.
Da numerosi studi condotti soprattutto in Usa e in Inghilterra, sta emergendo infatti una realtà drammatica: i crimini sessuali, sono la manifestazione di una attitudine largamente diffusa nei confronti delle donne e del sesso. Proprio come racconta la pubblcità insomma.
Secondo il Bureau of justice americano, Il 79 per cento delle persone accusate di violenza sessuale, non hanno commesso altri crimini prima.Chi la commette non sono delinquenti, ma le persone sulle quali di solito le donne contano e alle quali imparano, grazie all' educazione tradizonale. ad affidarsi in ogni circostanza della loro vita,. Ed è evidente che per ridurre questo tipo di delitti non è necessario incarcerare in prigioni di massima sicurezza pochi maniaci. Ma agire sulle attitudini che li permettono. Proprio quelle che tanto piacciono a Dolce e Gabbana.

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